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Il mare d’inverno

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Il mare d’inverno

è come il tuo volto,

il suo ondeggiare continuo

mi richiama quel tuo sguardo.

Un intero inferno

mi si agita dentro

pensando a te, onda tra le onde

della vita, mentre io naufrago

su vaste spiagge di fuoco.

Lento, mi abbandono

portato via dai flutti della realtà

come fossi tronco

da un grande albero caduto.

Rimango immobile, spettatore muto

mentre tutto intorno a me freme, si agita

come avvolto da vento di tempesta.

Ci fosse un modo per tenere a freno la testa!

con i ricordi che si gonfiano come marea

e malinconie che affiorano in superficie.

Ma no, è lontano il tempo d’esser felice

e, forse, la felicità stessa non è cosa terrena.

 Arcangelo Galante - 16/02/2020 10:00:00 [ leggi altri commenti di Arcangelo Galante » ]

Esplicita esternazione che descrive sensazioni reali, fredde come l’acqua di un mare invernale, ma non per tali motivi insensibili a colui che vi ha nuotato dentro. Eppure, proprio i ricordi affettivi, portano comunque calore, al di là della temperatura creata dalla lontananza dell’amata.
Appare impossibile il ricongiungersi con il piacere dello stare assieme, giacché si è distanziati da ogni gioia, essendo divenuti simili ad un tronco d’albero trasportato alla deriva di un luogo d’inferno, perché il paradiso dell’amore ha abbandonato il poeta.
Una pubblicazione intrisa di malinconica e legittima giustificazione sulle sensazioni vissute dell’anima, dove ogni metafora ben calza il messaggio inteso trasmettere.

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